Comunità Energetica: incentivi per aziende, privati e non solo

Il mondo dell’energia sta cambiando.

Per affrontare le sfide energetiche, optare per una Comunità Energetica, con gli incentivi, è una delle scelte che si possono adottare, per sfruttare al meglio l’autoconsumo collettivo.

Costituire una Comunità Energetica, o entrare a farne parte, è possibile sia per privati che aziende, utilizzando, per lo più, le stesse modalità di costituzione.

Comunità Energetica privati: come funziona

La Comunità Energetica, per i privati, è possibile se tutti i membri, sia prosumer che consumatori, sottostanno alla stessa cabina primaria.

In questo modo, i proprietari degli impianti fotovoltaici possono condividere l’energia in eccesso prodotta dai loro impianti fotovoltaici privati a chi fa parte della Comunità Energetica ma non possiede personalmente l’impianto.

È possibile, per i privati che scelgono di installare l’impianto fotovoltaico, usufruire anche degli incentivi già presenti quali:

  • Detrazione fiscale
  • Superbonus per i condomini

Inoltre, gli incentivi fotovoltaico per privati, non sono finiti in caso di piccolo Comune.

Infatti, per chi costituisce una Comunità Energetica in un Comune con meno di 5.000 abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, per un massimo del 40% dei costi dell’investimento, a valore sulle risorse del PNRR.

Comunità energetiche: contributo a fondo perduto per i piccoli Comuni

L’importante, all’atto della costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile, è che tutti i soggetti siano sotto la stessa cabina primaria.

Comunità Energetica aziende: come funziona 

La Comunità Energetica può essere costituita anche da un’unione di privati e aziende, sempre rispettando il requisito della cabina primaria.

Una Comunità Energetica, per le aziende, è conveniente sotto molti punti di vista, tra cui la possibilità di autoprodure energia pulita e condividerne l’eccesso della produzione con privati, contribuendo alla lotta contro la povertà energetica.

Vi sono però dei requisiti che le aziende in questione devono rispettare:

  • Sono ammesse le piccole e medie imprese per le quali la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale.
  • Non sono ammesse le grandi imprese e le imprese private con codice ATECO prevalente 35.11.00 e 35.14.00

I grandi impianti fotovoltaici industriali presentano quindi dei limiti nella costituzione di una Comunità Energetica.

Ma, qualora siano presenti i requisiti adatti, gli incentivi del fotovoltaico per aziende si applicano anche in questo caso, compreso quello dei Piccoli Comuni.

Inoltre, altre realtà che possono entrare a far parte di una Comunità Energetica sono:

  • associazioni con personalità giuridica di diritto privato
  • enti territoriali: Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni
  • amministrazioni locali contenute nell’elenco ISTAT, situate nel territorio dei Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione della CER
  • Enti di ricerca e formazione
  • Enti del terzo settore e di protezione ambientale
  • Enti religiosi

Perché conviene aderire ad una Comunità Energetica 

I fattori che determinano la convenienza di aderire a una Comunità Energetica sono per lo più due:

  • Ambientali
  • Economici

Chi entra a far parte di una comunità energetica ha sia un vantaggio economico, grazie alla lotta contro la povertà energetica e ai contributi economici previsti dal GSE, quali:

  • il corrispettivo di valorizzazione, definito dall’ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie, riconosciuto sull’energia elettrica autoconsumata
  • la tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivata

Vi sono poi una serie di vantaggi ambientali, di abbattimento dei consumi sia per privati che aziende, che oltre ad aumentare la green reputation delle aziende, hanno reali benefici anche per la natura.

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Comunità energetiche rinnovabili: la gestione nel tempo

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